MOZZANICA
Giuseppe Oldoni

foto di © Giuseppe Oldoni
Questo è il ritratto di Mozzanica, mio paese d’origine e di affetti.
Un piccolo paese di campagna, che mi riporta alla mente ricordi di infanzia, di profumo di erba appena tagliata, di cicale d’estate.
Il motore che mi spinge a tornare, però, è quando Mozzanica smette di essere Mozzanica. Quando indossa quel vestito di trasparenze che nasconde il paesaggio, i volti, le identità. Quando il paese smette di essere un brulicare di anziani sulle panchine ed aperitivi infiniti. Il mio amore per il paese nasce esattamente quando il volume si abbassa e tutto diventa impalpabile: la vista si affievolisce e l’umidità si fa talmente densa da sentire quasi un senso di annegamento ad ogni respiro. E finalmente eccola, la nebbia, che tutto maschera e riduce e ovatta. Un magnifico mantello che abbassa le luci e regala al paese quell’aria misteriosa e delicata.
Esterno Scuola Primaria “G. Carducci” – Viale N. Betelli, 17
Giuseppe Oldoni nasce nella profonda provincia bergamasca. Talmente profonda da aver poi perso la strada per tornare a casa. Educato alla sopravvivenza della campagna, sviluppa anticorpi talmente resistenti che l’ultima influenza documentata risale al ’97. Ingegnere, cavaliere, pensatore – la nonna dice anche bellissimo – la sua formazione professionale lo porta ad esplorare i luoghi più malfamati della provincia lombarda, districandosi tra discariche di rifiuti illegali e bande di trapper del ghetto.
Il primo approccio alla fotografia arriva a 27 anni, perché troppo tirchio per vendere a 100 € il corredo fotografico del padre. Prima di allora non aveva mai dimostrato alcun interesse né capacità artistica, e prosegue con costanza in questa sua scelta di vita. Si dedica con totale incostanza a questo hobby servendosi di un equipaggiamento riesumato direttamente dalle guerre puniche.
Casualmente è inciampato in un paio soddisfazioni.
La mamma continua a mettere 29 candeline sulla sua torta, da diversi anni.
Detesta parlare di sé in terza persona.